Utilizzare i fiori commestibili in cucina arricchirà di sapori nuovi e particolari, colore e fantasia i vostri piatti.
I fiori hanno sapori diversi tra loro che vanno dallo speziato al fruttato; alcuni sono erbacei, altri agrumati o piccanti.
Si possono utilizzare crudi o cotti per arricchire insalate, zuppe, creme, salse, tisane; a decorazione di dessert o nei cocktail, o in tutti i modi che la fantasia vi suggerisce.
I fiori hanno sapori diversi tra loro che vanno dallo speziato al fruttato; alcuni sono erbacei, altri agrumati o piccanti.
Si possono utilizzare crudi o cotti per arricchire insalate, zuppe, creme, salse, tisane; a decorazione di dessert o nei cocktail, o in tutti i modi che la fantasia vi suggerisce.
E’ BENE INFORMARE CHE TUTTI I FIORI NON VANNO UTILIZZATI DURANTE LA GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO.
Ancora prima di essere coltivati in giardino a scopo ornamentale, i fiori, fin dall’antichità, si sono sempre raccolti in natura e hanno trovato ampio spazio negli orti domestici per essere utilizzati a scopo alimentare ed erboristico. Nell’antica Roma, ad esempio,i fiori venivano cucinati o passati nel miele, o conservati nel ghiaccio, o sparsi freschi sulle pietanze. Si consumavano le viole e le rose per insaporire le bevande, mentre la lavanda serviva nella preparazione delle salse. Si narra che Carlo Magno amava rendere più delicato il sapore del vino con un’essenza ricavata dai fiori di garofano. Rose e garofani erano utilizzati anche nell’epoca di Shakespeare per insaporire le bevande servite al pubblico durante gli spettacoli teatrali. In tutta Europa l’uso maggiore è sotto forma di tisane e infusi utilizzate per le proprietà farmacologiche, ma in Europa centrale esiste anche la tradizione dei fiori di sambuco fritti o il dente di leone bollito con lo zucchero che, in passato, era usato come surrogato del miele. In Cina e Giappone era comune il consumo di crisantemi, gigli e fiori di loto. I nativi americani amavano fiori di zucca freschi nelle zuppe o essiccati per l’inverno.